Volley Gala, voce ai protagonisti

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Non solo prestigio e magia, non solo la febbrile attesa per il sorteggio dei gironi della prima fase della Champions League. L’European Volleyball Gala, svoltosi pochi giorni fa a Vienna, è stato anche un momento di incontro e di confronto tra i dirigenti dei club d’elite del panorama europeo, elite di cui è entrata a far parte di diritto anche la Igor Volley dopo la rapida e vertiginosa ascesa fatta segnare nel suo primo triennio di progetto. Anche per questo, il direttore generale azzurro Enrico Marchioni ha colto l’occasione della due giorni austriaca per confrontarsi con altri componenti della spedizione italiana (e ticinese) a Vienna. Dall’ex campione azzurro Andrea Sartoretti, oggi d.g. di Modena nel maschile) al plurititolato Bruno Da Re (Trento) passando da Marco Tentella (Macerata, alla sua undicesima partecipazione alla Champions League) e Cristiano Zatta (d.g. del Lugano campione di Svizzera, alla sua terza partecipazione alla competizione)
 
«Credo sia stata davvero un’esperienza formativa utile e importante – spiega il d.g. azzurro Enrico Marchioni – e oltre al piacere di ritrovare grandi dirigenti che ho avuto l’onore di conoscere nel corso della mia avventura nel volley maschile, c’è stato anche un importante e costruttivo confronto sulla situazione del nostro movimento, su scala italiana ed europea. Molte problematiche sono comuni e affrontarle insieme garantisce a tutti spunti interessanti e una crescita sensibile».
 
Di seguito, le voci di alcuni dei tanti prestigiosi protagonisti della due giorni viennese.
 
Andrea Sartoretti (direttore generale Modena): «A Vienna c’ero stato per un premio alla carriera, qualche anno fa, e la Champions League l’ho vissuta tante volte da giocatore, vincendola anche in quattro occasioni. Vivere questo momento da dirigente è stato diverso ma ugualmente piacevole ed emozionante, è uno degli appuntamenti più importanti della pallavolo. Si tratta anche di un’occasione per confrontarsi con colleghi di spessore e capire insieme in che direzione va il movimento europeo. Ci sono nuove realtà che stanno emergendo o che sono già emerse e stanno ulteriormente spingendo… e noi italiani dobbiamo lavorare per mantenere la leadership, nel maschile, o per ritrovarla, nel femminile».
 
Bruno Da Re (direttore generale Trento): «Questo evento è una forma di incontro importante già da molti anni, dalle prime volte quando ancora si svolgeva presso la sede della Cev in Lussemburgo, forse con meno pompa magna ma sicuramente con meno società presenti (in pochi anni si è passati da 28 complessive tra maschile e femminile alle 52 attuali, numero massimo, ndr). Si ha modo di conoscerci e dibattere su quelli che sono punti di interessi comuni di chi fa pallavolo. Ho visto la Champions League nascere, quindici anni fa, quando ero nella “Cup Commission” della Cev e poi l’ho vista crescere anche se mi spiace che sia cresciuta nel numero dei club e nelle imposizioni ma non ancora a dovere in termini di impulso: è giustamente considerata la più grande competizione che c’è e proprio per quello dovrebbe ricevere maggior attenzione e un’attività commerciale collegata più evoluta. Sono tempi difficili in Italia come in tutto il mondo, ma trovo assurdo che non si riesca a vendere come sponsorizzazione e diritti tv questa competizione».
 
Marco Tentella (press officer Macerata): «Per noi è sempre una gran soddisfazione essere nell’elite del volley europeo, personalmente è la mia undicesima volta in Champions League. Essere qui vuol dire aver fatto bene la stagione precedente ed è sempre un grande stimolo a crescere e migliorarsi. Nei primi anni del 2000 la Champions League non era a questi livelli, era tutto molto scontato per le squadre italiane mentre invece negli ultimi anni è cresciuta tantissimo la competizione, questo perché squadre russe, polacche aumentato in maniera enorme i propri investimenti e ciò ha fatto accrescere il prestigio della competizione. Il confronto tra noi dirigenti ultimamente è quasi esclusivamente legato al tema del budget: la crisi che attanaglia l’Europa si ripercuote anche sulle società sportive. Quest’anno ci sono tante novità e quindi i seminari sono risultati molto interessanti. Personalmente ritengo un innovazione fondamentale l’introduzione “video check” già prima della Final Four».
 
Cristiano Zatta (direttore generale Lugano): «Per noi del Lugano poter fare la Champions League (il club elvetico, campione nazionale in carica, è alla terza partecipazione consecutiva, per la prima volta con “diritto”, dopo due “wild card”, ndr) è un momento importante, sia per dare impulso al movimento nazionale sia per dare vetrina internazionale ai nostri sponsor che operano tutti in ambito estero e che, di conseguenza, hanno interesse a un ritorno che non si limiti al mercato svizzero. Il movimento elvetico sta crescendo molto, per quanto sia ancora piccolo, grazie alla professionalizzazione dei club, in particolare del Volero Zurigo nel femminile e di noi del Lugano, nel nostro piccolo, nel maschile. Giocheremo in un tempio dello sport come la Pista Resega (casa del team di Lugano di hockey su ghiaccio, sport nazionale svizzero, ndr), con il ghiaccio dieci centimetri sotto il taraflex: è un qualcosa di magico. Il Gala? È importante per noi e per il movimento svizzero in generale, potersi confrontare con grandissime squadre: la Champions League è una grande occasione di crescita, quella crescita che inseguiamo anche in termini di struttura e per questo incontrare colleghi di spessore con cui confrontarsi è una occasione importante. Futuro? I social media daranno l’impulso per accrescere la visibilità della competizione e delle squadre coinvolte».